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Torre dell'Orologio Avellino: La città di Avellino, capoluogo dell'Irpinia, sorge nella suggestiva Valle del Sabato all'interno dell'Appennino campano, nel cuore della regione campana. I principali corsi d'acqua della città sono il S. Francesco e il Rigatore.
La città di Avellino è il punto centrale dell'incrocio di importanti vie di comunicazione che collegano l'Adriatico al Tirreno (la città é posta a metà strada tre il mare Tirreno e quello Adriatico) e l'area beneventana e quella salernitana.

La campagna circostante alla città è ancora ricca di vegetazione nonostante le numerose costruzioni degli ultimi decenni, e tra queste spiccano i nocelleti che producono le pregiate nocciole di Avellino. La fertilità della terra, ricca soprattutto di ortaggi e frutta, si deve alla salubrità del clima e all'abbondanza delle precipitazioni nel corso di tutto l'anno.

Il primo nucleo di Avellino ebbe origine da un ‘antica tribù di origine nomade – sannitica, gli Hirpini. Essi si insediarono dapprima nell’attuale paese di Manocalzati, nell'antica "Abellinum", ma in seguito a incursioni da parte di tribù rivali, si spostarono fino a giungere nei pressi della zona dove oggi sorge il Duomo.
La sua posizione strategica, transito obbligato sulla via da Salerno a Benevento, richiamò presto l’interesse dei romani che hanno lasciato una meravigliosa testimonianza del loro passaggio in una villa romana risalente al 129 a.C. ed edificata sulla collina dove oggi sorge il Duomo.

Nel 500 d.C., con l’affermazione del cristianesimo, Avellino divenne sede Vescovile. La città fu, poi, parte del Principato di Benevento fino alla sua caduta e poi del Principato di Salerno.
Nel 1100 divenne contea di Riccardo dell’Aquila. Con la fine della dominazione normanna, passò diversi secoli in cui la città subì vari dominazioni fino al 1806.

Apartire da questo secolo, la città cominciò ad arricchirsi di opere artistiche pubbliche, tra cui la Fontana di Bellerofonte (detta dei Tre Cannuoli) e la Torre dell’orologio ad opera del Fanzago e, con la venuta dei francesi, ritornò capoluogo del Principato Ultra e la Piazza della Libertà divenne il fulcro della vita amministrativa e commerciale.

Ma il raggiungimento dell’Unità d’Italia non giovò allo sviluppo economico e sociale. Infatti, tagliata fuori dalla costruzione della linea ferroviaria Napoli – Benevento – Foggia, la Città, fuori dai due mari, fu fuori dai flussi turistici.

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Da Vedere: Torre dell'Orologio: simbolo della città che sovrasta i tetti di Avellino con la sua altezza di 40 metri. In origine la costruzione era a due piani, e quello superiore era aperto; nella seconda metà del secolo scorso fu elevato il terzo piano con l’orologio a quattro quadranti.

Fontana di Bellerofonte, detta dei Tre Cannuoli: si tratta di uno dei monumenti più significativi della città, posizionata nel centro storico di Avellino, lungo la trafficata strada delle Puglie, ossia quella che era, nei secoli scorsi, il passaggio obbligato per ogni sorta di rifornimento della città.
Il nome di Bellerofonte dalla statua centrale in marmo che raffigurava Bellerofonte nell’atto di uccidere la Chimera. Questa Fontana, prima dell’intervento della mano di Cosimo Fanzago (nel 1669), doveva essere uno dei tanti abbeveratoi cittadini. Anche oggi la Fontana si presenta spoglia e disadorna in quanto le statue sono state trafugate a più riprese. Nel 1799 i francesi pensarono a far scomparire alcune di esse, ma non il Bellerofonte di marmo, che riuscì a sopravvivere a guerre e terremoti ma non alla ultima razzia del 1983 in cui anche la statua sparì dalla nicchia.

Duomo: costruito tra il 1132 e il 1167, divenne da subito il fondamento architettonico della consacrazione di S.Modestino a patrono di Avellino. L’impianto è neoclassico ed è caratterizzato da ampie superfici piane, riquadrate in marmo giallo delle cave di Gesualdo. All’interno della cattedrale si evince l’ariosità e l’agilità della primitiva struttura romanica.


Gastronomia e Vini: Il pane è, in Irpinia, sicuramente tra i prodotti più curati e qualitativamente senza confronti: lavorato artigianalmente, a lievitazione naturale e cottura in forni a legna. Inoltre, quando si pensa alla Campania, viene immediatamente alla memoria la pasta prodotta con grani duri italiani lavorati a mano. I Cavatelli e le Orecchiette di Avellino, per esempio, sono assai differenti per gusto e formato dagli omonimi prodotti delle altre regioni.

L'Irpinia, infine, è tra le provincie d'Italia che producono i vini più pregiati: fin dall'unità nazionale in Avellino fu istituita per iniziativa di Francesco De Sanctis una scuola di specializzazione per la viticoltura e l'enologia, oggi Istituto tecnico agrario, che non è soltanto una fucina di enotecnici qualificati e richiesti in tutto il mondo, ma è anche un laboratorio di produzione di molti vini squisiti, nonchè di un brandy che compete con i migliori distillati nazionali ed esteri. La produzione di vini nella provincia di Avellino è numerosa, ma tipici di questa terra sono i due bianchi a D.O.C.: il "FIANO di AVELLINO" ed il "GRECO di TUFO", ed il rosso superiore a D.O.C.G., conosciuto con il nome di "TAURASI".


Come Arrivare: In auto:
Autostrada A-16, con uscita al casello di Avellino.

In treno:
Linea ferroviaria Napoli - Benevento

In aereo:
L'aeroporto più vicino è quello di Napoli


Il testo è stato gentilmente fornito da: Redazione Giraitalia

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