Rappresentazione teatrale: "L'Ereditiera"
In: Basilicata : Potenza : Francavilla sul Sini
Descrizione
Teatro Columbia
via Passeggeri, Francavilla in Sinni (Pz)
"L'ereditiera" di Annibale Ruccello e Lello Guida
Regia di Arturo Cirillo
Henry James nel 1880 scrisse "Washington Square", un piccolo grande romanzo.
La Paramount nel 1950 ne trasse un film: L'Ereditiera, con la regia di William Wyler e con Olivia de Havilland.
Due generazioni di spettatori si sono commosse per la patetica vicenda della sfortunata Catherine Sloper e del diabolico Morris Townsend. Nel 1982 la cooperativa teatrale Il Carro ne ha tratto uno spettacolo, su un testo di Annibale Ruccello e Lello Guida, trasferendo l'intera vicenda dalle nebbie di New York nel magico incanto dell'incontaminato golfo di Sorrento. In scena riviveva la torbida passione che unì in un unico sventurato destino i due amanti: la dolce e remissiva Caterina Morlicchio e l'affascinante e cinico Don Felice Sciosciammocca. La simpatica e romantica Zia Lavinia fece di tutto per vederli felici ma al loro amore si oppose la ferrea volontà del dottore Don Benedetto Morlicchio, il padre di Caterina. A loro, l'inesauribile fantasia degli autori aggiunse altri nuovi personaggi. Chi era la misteriosa Teresa Thompson? Quale oscuro segreto la legava all'avventuriero Sciosciammocca? E perché mai il cugino di Caterina, Don Ciccillo Scarnecchia, lo odiava tanto? E chi era in realtà la sua dissoluta sorella Donna Margherita? Ed infine a dare voce all'accorata tristezza della popolazione dei mari del sud l'umanissima maschera del fido servo di Caterina: Pulcinella. Oggi, nel 2003, il sottoscritto e la sua compagnia (da intendersi in compagnia con gli attori, il musicista, lo scenografo...) si appropriano di questo strano testo, pieno di musica e canto (dalla canzone napoletana all'opera lirica, e non solo), in continuo andirivieni tra passato e presente (dall'ottocento tanto amato da Ruccello fino al contemporaneo minimale e televisivo), e ne vanno a raccontare le sue tante storie e le sue mille illusioni. Perché per me L'Ereditiera è tutta un'illusione: si pensa che sia amore e invece è sentimentalismo; si crede che sia la verità ed è invece recitazione; si entra come in un giallo e se ne esce senza l'assassino ma anche senza il cadavere; si ha l'impressione che parli di una famiglia ed è invece una tribù in cui chiunque è padre o figlio di qualcun'altro; è la farsa (o il dramma) dell'inganno e del disincanto.
Teatro Columbia
via Passeggeri, Francavilla in Sinni (Pz)
"L'ereditiera" di Annibale Ruccello e Lello Guida
Regia di Arturo Cirillo
Henry James nel 1880 scrisse "Washington Square", un piccolo grande romanzo.
La Paramount nel 1950 ne trasse un film: L'Ereditiera, con la regia di William Wyler e con Olivia de Havilland.
Due generazioni di spettatori si sono commosse per la patetica vicenda della sfortunata Catherine Sloper e del diabolico Morris Townsend. Nel 1982 la cooperativa teatrale Il Carro ne ha tratto uno spettacolo, su un testo di Annibale Ruccello e Lello Guida, trasferendo l'intera vicenda dalle nebbie di New York nel magico incanto dell'incontaminato golfo di Sorrento. In scena riviveva la torbida passione che unì in un unico sventurato destino i due amanti: la dolce e remissiva Caterina Morlicchio e l'affascinante e cinico Don Felice Sciosciammocca. La simpatica e romantica Zia Lavinia fece di tutto per vederli felici ma al loro amore si oppose la ferrea volontà del dottore Don Benedetto Morlicchio, il padre di Caterina. A loro, l'inesauribile fantasia degli autori aggiunse altri nuovi personaggi. Chi era la misteriosa Teresa Thompson? Quale oscuro segreto la legava all'avventuriero Sciosciammocca? E perché mai il cugino di Caterina, Don Ciccillo Scarnecchia, lo odiava tanto? E chi era in realtà la sua dissoluta sorella Donna Margherita? Ed infine a dare voce all'accorata tristezza della popolazione dei mari del sud l'umanissima maschera del fido servo di Caterina: Pulcinella. Oggi, nel 2003, il sottoscritto e la sua compagnia (da intendersi in compagnia con gli attori, il musicista, lo scenografo...) si appropriano di questo strano testo, pieno di musica e canto (dalla canzone napoletana all'opera lirica, e non solo), in continuo andirivieni tra passato e presente (dall'ottocento tanto amato da Ruccello fino al contemporaneo minimale e televisivo), e ne vanno a raccontare le sue tante storie e le sue mille illusioni. Perché per me L'Ereditiera è tutta un'illusione: si pensa che sia amore e invece è sentimentalismo; si crede che sia la verità ed è invece recitazione; si entra come in un giallo e se ne esce senza l'assassino ma anche senza il cadavere; si ha l'impressione che parli di una famiglia ed è invece una tribù in cui chiunque è padre o figlio di qualcun'altro; è la farsa (o il dramma) dell'inganno e del disincanto.
Periodo: la manifestazione si è tenuta in passato il ed è presa dal nostro archivio storico.
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